LEGARSI ALLA MONTAGNA

07.04.2021

Veronica Rigotti

Nel futuro che vorrei c'è l'arte; essa fa parte del mio passato e del mio presente. È ciò che sono - è così che ho imparato a comunicare fin da bambina ed è così che comunico con me stessa.

Quella di cui vi parlo è un'arte che offre la possibilità di esprimersi non solo a chi, come me, è creativo per necessità. È infatti un'arte aperta a tutti, che accoglie e accompagna gli individui che vogliono conoscersi, scoprirsi, capirsi, che ci allena a prenderci cura delle nostre radici, della storia del nostro territorio, le nostre relazioni ed i nostri legami. È attraverso il racconto dell'opera di Maria Lai "Legarsi alla montagna" che voglio farvi carpire ciò di cui parlo.

Quest'opera è stata realizzata ad Ulassai, in Sardegna. È il paese di nascita dell'artista, un paesino isolato sulle montagne abitato principalmente da pastori e contadini. Ulassai custodisce una memoria distruttiva risalente a parecchi anni precedenti. Era il 1861, il crostone della montagna si staccò, finendo per travolgere una casa. Morirono tre bambine, una bambina si salvò; le testimonianze verbali tramandate di generazione in generazione raccontano che questa bambina tenesse in mano un nastro azzurro. È proprio questo nastro azzurro che caratterizza l'opera della Lai, un'opera che vuole collegare gli abitanti del paese alla montagna, nella sua dicotomia di madre che sorveglia e domina dall'alto - protegge e racchiude - e di distruttrice che minaccia costantemente con il pericolo delle sue frane. L'azione di Maria Lai anticipa l'Arte Relazionale, poiché coinvolge tutti gli abitanti di Ulassai nella realizzazione dell'opera stessa. Un nastro azzurro passa di casa in casa, tessendo relazioni diverse a seconda dei protagonisti: un nodo dove c'è un legame d'amicizia, un fiocco dove c'è un legame d'amore e il filo semplicemente teso se non c'è alcun legame. La costruzione dell'opera avviene nel 1981, dura tre giorni tra preparazione e realizzazione, partecipano tutti gli abitanti; all'inizio con non poche difficoltà, per poi essere accolta con entusiasmo. Quest'opera custodisce dentro di sé un forte valore terapeutico dell'arte, poiché, attraverso l'azione creativa, vengono fatte emergere le dinamiche legate ad un vivere condiviso, in comunità. Ogni partecipante si rende creatore attivo della storia del proprio paese, entrando in relazione con gli altri abitanti, collaborando per un fine comune e condiviso, instaurando relazioni e dovendosi soffermare sulla valutazione di esse.

Mi auguro che l'arte possa essere continuamente uno strumento relazionale che metta in contatto le persone, creando legami, raccontando storie, trasferendo le memorie antiche del territorio per poter lavorare sul presente e sul futuro senza dimenticare il passato.

Per saperne di più: https://www.raicultura.it/arte/articoli/2019/11/Maria-Lai-9aa5a638-a435-41bb-81f5-50fc6002381c.html

PMforChange
Tutti i diritti riservati 2020
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia