Kudos: l'Arte di ringraziare
Serena Rela con immagini di Veronica Rigotti
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Kudos, penna e post It: possono essere questi tre elementi una delle chiavi per creare un team felice e produttivo?
In una recente esperienza di Team Building ho avuto modo di sperimentare la pratica dei Kudos.
Ma cos'è un Kudos? Magari un gioco di ruolo a metà tra Sudoku e Risiko?
Ebbene, no!
Kudos è una parola proveniente dal greco antico, legata in origine soprattutto all'ambito della guerra, e significa gloria, fama. Oggi questo termine viene utilizzato per esprimere ammirazione pubblica e riconoscimento verso una persona per i risultati che ottiene.
Kudos è un ringraziamento per il lavoro svolto. Il riconoscere che una determinata creazione o realizzazione è frutto del lavoro di una persona: di lei, del suo impegno, le sue caratteristiche, la sua essenza.
Kudos è un mezzo per rivoluzionare le prospettive: è il passaggio da una mera check-list di azioni da fare e di obiettivi da raggiungere, ad una reciprocità intesa come "il rapporto dinamico di parità che collega nella stessa forma o nella stessa misura i rapporti esistenti fra due soggetti".
E la reciprocità parte dal riconoscere chi lavora o vive con noi.
Kudos, nella concretezza, è dunque quella parola, quel post-it scritto, in cui esprimo ciò che ho osservato nell'altro, non con l'occhio giudicante di chi guarda ciò che non funziona, ma con la disponibilità a vedere il/la collega, il/la responsabile, l'amico/a, per ciò che di buono ha creato e ha portato nella tua vita, nella tua squadra lavorativa o familiare che sia.
Cosa può generare allora un riconoscimento sincero? E cosa può sviluppare in un team la pratica dei Kudos?
È una vera e propria carezza inaspettata al cuore. Genera fiducia reciproca, maggiore stimolo e motivazione, un ambiente di lavoro che migliorerà nettamente la sua qualità in termini di vivibilità e di risultati. Un essere davvero squadra, sentendosi valorizzati per ciò che ogni singolo individuo è.